Il Territorio

Cirò racchiude tutta la bellezza mediterranea: si affaccia sulle profondità del mar Jonio e ha alle spalle le altezze della Sila. È il luogo scelto dai coloni greci nell’VIII secolo a.C. per consolidare la viticoltura preesistente praticata dagli Enotri, antica popolazione giunta sulle coste del Sud Italia nell’XI secolo. Di questa storia antica ne è testimonianza un paesaggio sfaccettato che raccoglie l’impronta marina di Punta Alice – il lembo di terra che chiude il golfo di Taranto – e include il contesto collinare di Crucoli a nord e Melissa a sud. Gli altipiani si sollevano repentini dal mare e percorrono le valli profonde scavate dal Lipuda e dalle altre fiumare che segnano queste terre. Dalla costa, in pochi chilometri, si arriva a 300 metri s.l.m., un aspetto comune agli ottocento chilometri della costa calabrese. 

 

La vicinanza al mare, l’influenza dell’alta collina e la ventilazione costante, mitigano il clima spiccatamente meridionale e consentono una viticoltura di alta qualità.

Cirò ha la più alta densità di piante per ettaro della Regione: i vigneti della DOC si estendono dal litorale verso l’entroterra, intervallati da ulivi, agrumeti e fichi d’India per poi arrivare alle querce e ai castagni delle zone più interne.